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SCUOLA MATERNA A DOLZAGO

SCUOLA MATERNA A DOLZAGO

arch. Alberto Salvadori + arch. Alberto Gasparini, ing. Chiara Barbieri, ing. Ornella Mazzarella, ing. Andrea Rigato, ing.Stefano Melato

ANNO: 2013

TIPO: Scolastico

STATUS: Concorso/Idea

CLIENTE: Comune di Dolzago

LUOGO: Dolzago (LC)

SCHEMI
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SCHEMA2 copia

La scuola dell’infanzia può essere considerata come una metafora della società nella quale i bambini affrontano la complessità dell’apprendimento e le incognite delle relazioni sociali. Essa si basa su un’organizzazione per sezioni che costituiscono il luogo di riferimento e di riunione dell’unità pedagogica. Il concept progettuale nasce da un nuovo modello di apprendimento e di funzionamento interno della scuola, dove la centralità dell’aula viene superata. Le sezioni con la loro articolazione favoriscono la formazione di spazi comuni interstiziali, rendendo i confini della sezione sfumati e flessibili. Esse inoltre diventano, grazie all’utilizzo del colore, spazi immediatamente riconoscibili nei quali il bambino stesso può riconoscersi. Nonostante l’esigenza di proteggersi, si desidera godere il più possibile della presenza dell’ampio e rigoglioso parco pubblico e lo si vuole coinvolgere non solo come scenario esterno, ma anche come elemento unificatore delle piccole architetture interne costituite dalle singole sezioni e dal corpo di fabbrica principale. Ciò suggerisce l’eliminazione della barriera costituita dalla recinzione verso il parco per far si che quest’ultimo partecipi attivamente al progetto. Il verde è protagonista, è la materia di cui è fatto il tessuto connettivo dell’edificio, è la base su cui poggia l’architettura, è superficie che si modella, si incurva, si solleva; è il giardino interno che diventa copertura degli spazi comuni, dell’ingresso, del refettorio. E’ l’elemento che con la sua dolce silenziosa presenza valorizza e mette in risalto i corpi architettonici che da esso emergono e con linguaggio vagamente naif raccontano il loro contenuto. Tutto lo sviluppo del progetto è stato pensato, per quanto ci è concesso, con gli occhi e la sensibilità del fanciullo, immaginando l’irresistibile attrazione che su di esso esercitano le rampe, i salti, il susseguirsi di spazi sempre diversi, l’aprirsi di sempre nuovi orizzonti (quasi mai orizzontali) in una sequenza di materiali e colori e forme, scenario ideale di giochi viaggi e avventure.

La scuola dell’infanzia può essere considerata come una metafora della società nella quale i bambini affrontano la complessità dell’apprendimento e le incognite delle relazioni sociali. Essa si basa su un’organizzazione per sezioni che costituiscono il luogo di riferimento e di riunione dell’unità pedagogica. Il concept progettuale nasce da un nuovo modello di apprendimento e di funzionamento interno della scuola, dove la centralità dell’aula viene superata. Le sezioni con la loro articolazione favoriscono la formazione di spazi comuni interstiziali, rendendo i confini della sezione sfumati e flessibili. Esse inoltre diventano, grazie all’utilizzo del colore, spazi immediatamente riconoscibili nei quali il bambino stesso può riconoscersi. Nonostante l'esigenza di proteggersi, si desidera godere il più possibile della presenza dell'ampio e rigoglioso parco pubblico e lo si vuole coinvolgere non solo come scenario esterno, ma anche come elemento unificatore delle piccole architetture interne costituite dalle singole sezioni e dal corpo di fabbrica principale. Ciò suggerisce l’eliminazione della barriera costituita dalla recinzione verso il parco per far si che quest'ultimo partecipi attivamente al progetto. Il verde è protagonista, è la materia di cui è fatto il tessuto connettivo dell'edificio, è la base su cui poggia l'architettura, è superficie che si modella, si incurva, si solleva; è il giardino interno che diventa copertura degli spazi comuni, dell'ingresso, del refettorio. E' l'elemento che con la sua dolce silenziosa presenza valorizza e mette in risalto i corpi architettonici che da esso emergono e con linguaggio vagamente naif raccontano il loro contenuto. Tutto lo sviluppo del progetto è stato pensato, per quanto ci è concesso, con gli occhi e la sensibilità del fanciullo, immaginando l'irresistibile attrazione che su di esso esercitano le rampe, i salti, il susseguirsi di spazi sempre diversi, l'aprirsi di sempre nuovi orizzonti (quasi mai orizzontali) in una sequenza di materiali e colori e forme, scenario ideale di giochi viaggi e avventure.
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